Napoli In Treatment: una città dallo psicoterapeuta...

Un po' fiction, un po' reality, un po' esperimento sociale, un po' terapia di gruppo, un po' reportage... Ecco Napoli In Treatment! Un concept che prova a mostrare ai napoletani (e non solo) le tante risorse che ogni giorno, tra ostacoli e responsabilità, provano a risolvere le "crisi" della città partenopea.

L'idea è di Roberta De Martino, psicologa, psicoterapeuta e giornalista pubblicista che assieme ad Annalisa Cocozza, anche lei psicoterapeuta, ha dato vita alla sceneggiatura. Il progetto gode della supervisione dei terapeuti Renzo Carli (Ordinario di Psicologia Clininica Università La Sapienza), Antonella Bozzaotra (Presidente Ordine Psicologi Campania) e Giovanni Madonna (Responsabile della sede di Napoli dell'IIPR Istituto Italiano di Psicoterapia Relazionale), è promosso dall'associazione "Le leggi del mondo", A.P.S. che dal 2010 anni si occupa di diffondere la cultura psicologica e di sviluppare e coltivare l'ecologia della mente ed è finanziato dalla Fondazione Banco di Napoli con il patrocinio del Comune di Napoli e dell'Ordine degli Psicologi della Campania. Tra i partner dell'iniziativa, l'emittente Videometrò News Network, il canale Tv della Metropolitana di Napoli e del Sistema di Metropolitana Regionale della Campania, che trasmette le puntate del format, visibili anche su napolintreatment.it

Napoli In Treatment è forse il primo esperimento di "psico-fiction" dedicato a un'intera città. La paziente in questione è proprio "Partenope" che si racconta attraverso la voce dell'attrice Rosaria De Cicco, rivolgendo e narrando le proprie sofferenze al Dott. Antonio Cimone, interpretato da Francesco Mastandrea. "La narrazione procede esattamente come un vero percorso di terapia (dal primo contatto con l’esperto, all’analisi della richiesta, al contratto terapeutico…) e attraverso l’ausilio di un linguaggio divertente affianca a ricordi dolorosi della città (emergenza rifiuti, camorra, trasporti…) immagini e valori positivi partenopei, volti di “pazienti” quotidianamente impegnati nel migliorare Napoli, ascoltati tra limiti e possibilità nel cerchio di sedie rosse della terapia di gruppo"


Venti sedute, venti nodi problematici della città, declinati sottoforma di sintomi sui quali intervenire e tentare un ri-definizione, restituendo ai cittadini una visione complessa, una nuova "finestra" da aprire su comunicazione e relazioni.

NIT, passa dalle parole ai fatti restituendo senso alle parole, attraverso la narrazione e la ri-narrazione dell'identità di un popolo e riscoprendone il senso di comunità. Un progetto che parte dalla complessità e si muove nel solco della complessità perchè, come diceva Gregory Bateson in uno dei suoi "Metaloghi" “[...] Con gli esseri umani c’è il problema che se pensiamo a loro come se fossero pezzi di legno, finiscono per somigliare a dei pezzi di legno. Se li pensiamo come mascalzoni tenderanno alla mascalzonaggine […] e così via” (Bateson e Bateson, 1987, p. 108). Forse allora, è appena il caso di riappropriarsi delle storie per rendere costruttive, e non laceranti, differenze e contraddizioni.


Santo Cambareri

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